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Il progetto corto-maltese.org ha come scopo la diffusione della cultura del fumetto e, in particolare, dell'opera di Hugo Pratt che di questa forma d'arte è stato indiscusso protagonista. Tutti i riferimenti bibliografici sono frutto di anni di ricerche alle quali mi ha portato la passione verso questo autore e sono stati oggetto di revisione e confronto continuo con fonti più autorevoli di questa. L'ambizione del progetto è quella di cercare di realizzare un punto di riferimento, libero e condiviso, per i collezionisti e i cultori della materia. Per ottenere tale scopo chiedo il vostro aiuto e collaborazione; vi prego di non esitare nel segnalare errori, imprecisioni o mancanze tramite e-mail all'indirizzo admin@corto-maltese.org.
La vita non è un fumetto, baby
Alack Sinner (Josè Munoz - Carlos Sampayo)
Non entrando nei dettagli riguardo la nascita del fumetto come forma di espressione è fuor di dubbio che solo con il personaggio di "Yellow Kid", striscia apparsa nel 1895 nell'edizione domenicale del New York World, la "nona arte" acquisisce quella diffusione che porterà il fumetto a divenire quel fenomeno di massa che oggi conosciamo. Il notevole successo ottenuto dalla striscia generò un immediato interesse da parte delle testate concorrenti che destinarono sempre maggiore spazio ai "comics". Nel 1897, sull'edizione domenicale de The New York Journal, fece il proprio debutto il primo fumetto ad utilizzare sistematicamente i "baloon" di testo interni alla vignetta in luogo delle didascalie: "The Katzenjammer Kids" di Rudolph Dirks. Nelle prime decadi del XX secolo il fumetto, veicolato dai quotidiani tramite strisce quotidiane (daily stips) e da inserti domenicali (sunday pages), oltre a guadagnare sempre maggiori spazi, conosce una continua evoluzione espressiva che verrà in parte mitigata dall'avvento delle agenzie (syndicates) che, imponendo le rigide logiche editoriali conseguenti alla razionalizzazione commerciale del prodotto fumetto, limiteranno lo spazio creativo fino a quegli anni a disposizione degli autori. (1) Si considerino a titolo esemplificativo le coloratissime e grandi vignette delle sunday pages del "Krazy Kat" di George Herriman, ancora oggi citate come modello di composizione (2), in contrapposizione con le pagine domenicali degli anni seguenti composte da strisce di vigenette di dimensioni ridotte per ospitare più autori.
È negli anni trenta, con la nascita del fumetto d'avventura negli Stati Uniti, che si ha un deciso passo evolutivo verso una maggiore articolazione di soggetto e trama. In questi anni compaiono infatti personaggi come "Dick Tracy" (1931), "Flash Gordon" (1934), "Secret Agent X-9" (1934), "Terry and the Pirates" (1934), "Mandrake" (1934), "The Phantom" (1936), "The Spirit" (1940) e compare il primo protagonista della cosiddetta "golden age" dei supereroi: "Superman" (1938). La distribuzione, oltre alla pubblicazione sui quotidiani, comincia ad avvalersi dei primi albi dedicati interamente ai fumetti e nel primo dopoguerra compaiono le prime produzioni di una certa complessità tematica a sfondo sociale (su tutti i "Peanuts" di Schulz nel 1950).
L'evoluzione del fumetto verso un suo affrancamento dallo status di paraletteratura per giovani, l'approfondirsi culturale e politico dei suoi contenuti e il suo livello di penetrazione sociale determinerà la reazione dei centri di potere tradizionali che cercheranno di controllarne la libertà espressiva. Di fatto il nostro subirà lo stesso trattamento riservato a tutte le forme di espressione del periodo precedente agli anni sessanta; esemplificativo il "Comics Code" adottato negli Stati Uniti il 26 ottobre del 1954.
E' sostanzialmente a partire dagli anni '60 che il fumetto acquisisce definitivamente una sua propria indipendenza espressiva e il riconoscimento, anche da parte del mondo intellettuale più critico, della sua valenza culturale. I centri nevralgici di questa evoluzione sono l'area urbana di Buenos Aires (che attira autori da tutto il mondo latino, Italia compresa (3) ) con la sua produzione caratterizzata da contenuti di avanzata critica sociale, l'area franco-belga, gli Stati Uniti e, con propri stilemi, il Giappone. Dice Umberto Eco, autore del saggio "Apocalittici e Intergrati" (4), uno dei primi approcci teorici alla semiotica del fumetto: “Quando cerco di distendermi leggo Engels, quando ho voglia di qualche cosa di più serio, leggo Corto Maltese” (5). I protagonisti del passaggio da paraletteratura a forma d'arte (sequenziale) (6) vera e propria sono molti - dalla Mafalda di Quino, alla “Graphic Novel” di Corben o Eisner, passando per la “letteratura disegnata” di Pratt, per le tavole inarrivabili di Battaglia o per le ambientazioni di Moebius o Bilal, solo per citarne alcuni – ma una citazione esemplare di questa evoluzione è "El Eternauta" di Oesterheld che, già nel 1957, getta le fondamenta di quello che molti anni più tardi sarà detto romanzo grafico e che verrà assurto a metafora della potenza descrittiva e realista del fumetto; la vicenda narrata anticipò infatti la tragedia che colpirà l'intera famiglia dell'artista (7).
Il romanzo grafico o "graphic novel" (8) si afferma negli anni settanta e ottanta ed è sostanzialmente caratterizzato da storie autoconclusive con contenuti di complessità espressiva e livello di sofisticazione propri di una matura opera lettararia. I suoi confini all'interno del mondo del fumetto sono molto sfumati e una definizione precisa e condivisa del termine non appare di facile approccio. Il dibattito sull'argomento è acceso e le posizioni al suo interno molte; strategia commerciale per lo sdoganamento del fumetto in ambienti ad esso refrattari o effettivo genere letterario? La sua collocazione all'interno dello spazio del cosiddetto fumetto d'autore per la qualità di fattura e contenuti ci porterebbe ad aprire un ulteriore dibattito su quest'ultimo. Di certo c'è che il fumetto, sfruttando questa categoria merceologica, ha trovato accesso al mercato librario emancipandosi dalla distribuzione in edicola e dotandosi degli elevati standard qualitativi tipici di questo mercato. Ora il mondo in cui si muove l'Alack Sinner di Munoz e Sampayo, la potenza espressiva di un Andrea Pazienza, la poesia del Maus di Spiegelman, il sofisticato Corto Maltese di Pratt oltre alla bellezza disporranno anche di meritato involucro.
Qui, onde non sottovalutare l'importanza del medium, è bene fare un breve accenno a concetti di linguaggio del fumetto; il fumetto può essere considerato una forma narrativa basata su una semiotica sincretica utilizzante un codice scritto e un codice visivo. L'analisi semiotica dei due codici (9) e delle loro relazioni non è sufficiente per caratterizzare tale linguaggio che, di fatto, è governato da relazioni di ordine superiore, per dirla con Groensteen, spaziotopiche e artrologiche (10). Il mezzo fisico (il "medium", appunto) ha, come per tutte le forme narrative (in particolar modo per quelle grafiche), una valenza importante in termini di possibilità di composizione e di completezza per l'esposizione del testo (inteso come insieme di segni). In estrema sintesi, come il passaggio dalle "daily strip" alle "sunday pages" ha permesso agli autori di esplorare un maggior grado di libertà espressiva (soprattutto dal punto di vista dell'intreccio artrologico del testo), il passaggio dalla serializzazione su rivista al volume dedicato aggiunge spazio alla possibilità di sperimentare ulteriori aspetti del linguaggio.
In Italia un primo elemento di discontinuità è rappresentato dalla comparsa della rivista "Linus" (11), fondata da Giovanni Gandini nel 1965, che si rivolge ad un pubblico adulto introducendo nella penisola il meglio del fumetto mondiale e offrendo spazio agli autori italiani tra cui Altan, Battaglia, Crepax, Pratt, Toppi. L'esempio di "Linus" porterà, oltre alle sue filiazioni degli anni '70 "alterlinus" e "alter alter", alla crezione di altre riviste simili e, in particolare, della rivista "Sgt. Kirk" pubblicata dal 1967 dall'editore genovese Florenzo Ivaldi sulla quale farà la sua prima apparizione Corto Maltese con "Una ballata del mare salato". Con l'invasione delle avanguardie "umanoidi" francesi (12) della seconda metà degli anni '70 fa il suo avvento, sulla scia del "Cannibale", la rivista "Frigidaire" che promuove una seconda ondata di autori nostrani tra i quali Liberatore, Pazienza, Tamburini, Mattotti e Igort (sono gli anni della sperimentazione del gruppo "Valvoline"). Il progressivo esaurimento della spinta alla sperimentazione porta alla comparsa di una tipologia di riviste molto sofisticate quali "L'Eternauta", "ComicArt", "Corto Maltese" che caratterizzeranno il fumetto in Italia fino agli anni '90.
Stefano Moroni (corto-maltese.org)
Note
Per meglio capire l'effetto sortito dai syndicate sull'opera degli autori, anche nel nostro tempo, si vedano i documenti relativi alla disputa tra Bill Watterson, creatore di "Calvin and Hobbes", e lo Universal Press Syndicate.
Watterson, Bill, Calvin and Hobbes: Sunday Pages 1985-1995, Andrews Mc Meel Publishing, 2002.
La scuola argentina ha avuto tra i suoi esponenti l'intero "Gruppo di Venezia" che si trasferì a Buenos Aires nel 1949 su invito di Civita, direttore dell'Editorial Abril. Sul contributo italiano alla scuola argentina si legga l'eccellente approfondimento: Magica America, Hugo Pratt e non solo. L'apporto italiano al fumetto argentino del dopoguerra, a cura di Gianni Brunoro e Roberto Reali, ANAFI, 2004.
Eco, Umberto, Apocalittici e integrati: comunicazioni di massa e teorie della cultura di massa, Bompiani, 1964. Nel 1977 fu pubblicata una edizione aggiornata. Il libro è una raccolta di saggi degli anni precedenti.
E' bene qui precisare l'intento paradossale del semiologo ma, parimenti, si potrebbe argomentare che il Maltese, non offrendo nè soluzioni nè spiegazioni ma solo situazioni, gode di innegabile vantaggio rispetto al filosofo che, al contrario, offrendo solo spiegazioni potrebbe giustificare un certo senso di rilassamento nei conoscitori delle sue teorie.
Eisner, Will, Comics and Sequential Art, Poorhouse Press, 1985.
Il grande autore fa parte infatti della lista dei desaparecidos del regime argentino dal 21 aprile 1977; stesso destino subirono le quattro figlie.
Corben, Richard, Bloodstar, The Morning Star Press Ltd, 1976. L'introduzione recita: "Bloodstar is a new, revolutionary concept — a graphic novel, which combines all the imagination and visual power of comic strip art with the richness of the traditional novel." Il termine viene ripreso in Eisner, Will, A Contract with God, and Other Tenement Stories, Baronet Books, 1978. Il successo commerciale dell'opera determinerà la diffusione del termine.
Si tenga presente che tale approccio, ormai obsoleto, utilizzerebbe strumenti analitici generati all'interno della semiosfera dominata dal paradigma della narrazione scritta e quindi adatti ad essa. È ormai chiaro che invece il fumetto, essendo esso stesso una forma di linguaggio, esige strumenti semiotici che siano adeguati a coglierne la natura intrinseca. Il filum narrativo è generato e governato da relazioni che esonerano sia dal dominio delle arti figurative, sia da quello del romanzo scritto. Situazione analoga, con le dovute distinzioni, si presenta per il cinema e, più in generale, per tutte le nuove forme narrative.
Groensteen, Thierry, Système de la Bande Dessinée, Presses Universitaires de France, collection "Formes Semiotiques", 1999.
Il primo numero si apre con un'intervista di Umberto Eco a Elio Vittorini e Oreste Del Buono riguardo la dignità e la fruizione del fumetto: Charlie Brown e i fumetti.
Les Humanoïdes Associés è stata una casa editrice francese fondata nel 1974 da Jean-Pierre Dionnet, Philippe Druillet e Jean Giraud (Moebius) che pubblicò la rivoluzionaria rivista Métal Hurlant (dicembre 1974 - luglio 1987).
Immagini
R. F. Outcault's 1897 presentation piece, "The Toast Master", the most beautiful piece of existing Yellow Kid art, Courtesy of the Peter and Cheryl Merolo Collection. Thanks to R. F. Outcault Society.
Hora Cero Semanal n.12, 20 novembre 1957. El Eternauta apparì sul n.1 ma questa è la prima copertina dedicata al personaggio.
Corben, Richard, Bloodstar, The Morning Star Press Ltd, 1976. Cover of the first edition. Thanks to Wikipedia.
Linus n.1, aprile 1965.
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